AMICA

Novembre 2, 2021

Nicole Valenti

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LA CASA DEI SOGNI

La immaginava ogni sera, prima di addormentarsi. Poi l’ha trovata esattamente come se l’era figurata. È l’appartamento-atelier fiorentino, dall’allure Anni Trenta, di Nicole Valenti, designer e imprenditrice. Il suo focus? Le maniglie, una metafora perfetta per aprirsi al mondo.

 

 

PEZZI POP A destra. Sopra lo scrittoio vintage, due specchi della collezione Pop food di Niva, che sarà presentata al Salone del Mobile 2022. In basso. All’ingresso, un vecchio bancone da macellaio. Le opere in blu sono botole di un peschereccio recuperate.

SUI TETTI DI FIRENZE, in uno spazio sospeso tra mistici richiami, ceramiche, palme, cactus, fichi d’India. Sotto, il brulicare vivace del quartiere di Sant’Ambrogio, gli antiquari, i mercatini di piazza dei Ciompi. Un’allure Anni 30, grandi metrature, travi a vista e rifiniture déco. Sembrerebbe Milano, se non fosse per quell’affaccio così mozzafiato che ti regala una Cupola del Brunelleschi da cartolina. Una casa studio di un eclettismo fantasioso, raffinata e ricca di una personalità dolce e decisa insieme.
Come quella della sua proprietaria: Nicole Valenti, 37 anni, nata in Alto Adige, creativa e designer, fondatrice di Niva Design, azienda tutta al femminile dove lavora anche Francesca Zulberti, marketing manager. Fondata nel 2018, Niva è specializzata in maniglie artistiche, inusuali, pezzi unici, fatti a mano. E la casa di Nicole Valenti – che si è occupata da sola del progetto di restauro e degli arredi – è, guarda caso, piena di porte. «L’idea di sviluppare una collezione di maniglie nasce da una gestualità che è sempre stata molto importante per me, ovvero quell’aprire o chiudere una porta che ti può cambiare scenario.
La maniglia è metafora: è il mezzo con cui possiamo decidere di schiuderci a un nuovo mondo per conoscere visioni e spazi inaspettati». Valenti, profondi occhi nocciola e mani eleganti, ha un fascino raro. Merito dell’indole curiosa, dello spirito da viaggiatrice, certo. Ma anche di un connubio tra femminilità e spiritualità, elementi su cui si è focalizzata ultimamente, come racconta lei stessa: «Ho appena presentato una linea di vasi per interni ed esterni che si ispirano alle “colate cosmiche” e alle forme femminili. L’ho realizzata per la galleria di collectible design Vgo di Valentina Guidi Ottobri, nel Sud della Francia: lavoriamo sul tema del design e della spiritualità».

Come ha scelto questa casa?
Per il terrazzo, mi ricorda la prua di una nave che valica i mari. Quando mi immergo nella piccola giungla urbana che lo popola, si materializzano nella mia mente scenari molto precisi. Da qui traggo grande ispirazione per dare forma ai miei progetti.

E l’ha trovata subito?
Ne stavo cercando una che avesse uno spazio esterno, perché vivevo a Firenze già da una decina d’anni e non avevo mai avuto balconi o terrazze. Ogni sera, prima di andare a dormire, mi immaginavo esattamente la casa che avrei voluto, poi facevo le mie ricerche con le agenzie immobiliari e il passaparola fra conoscenti. Un giorno, tramite una vecchia amica ritrovata a un evento di design che avevo organizzato in città, ho saputo di questo appartamento. Non potete immaginare la sorpresa: davanti a me avevo quello che ogni sera sognavo a occhi aperti. E così abbiamo concluso subito la trattativa.

 

 

TRATTI ESOTICI A sinistra. Un angolo della camera con il letto di Ivano Redaelli. La carta da parati è di Pierre Frey e la poltroncina Campeggi. In basso. In terrazza, i Colate vases in ceramica sono di Nicole Valenti per Vgo Associates, la sedia e il tavolino Marni.

La stanza del cuore?
La cucina, luogo di creatività e condivisione, la mia energia prediletta è quella dello stare insieme. Spaziosa e bianca, ha una parete costellata di quadri di ex voto, quasi un muro della magia. Ho cominciato presto a studiare lo sciamanesimo, sono sempre stata molto curiosa, con un mondo onirico intenso. Ho fatto tanti viaggi in mete insolite e autentiche dove ho incontrato culture e persone con antiche tradizioni spirituali diverse dalla nostra. Sono stata in Mongolia, Birmania, Messico, Tanzania e ho raccolto storie e oggetti che custodisco qui.

Ha un arredo a cui è particolarmente legata?
Il preferito è il Tavolo ’95 di Achille Castiglioni. Mi piace cucinare per gli amici e le amiche, oppure se non ho tempo, prendo qualcosa al Cibreo Caffè, giusto sotto casa. Un buon vino e il gioco è fatto. Amo molto anche il quadro di Zhivago Duncan, l’ho comprato alla Galleria Poggiali di Firenze.

Tappeti berberi, mobili e complementi dal sapore esotico, texture e tessuti diversi. Come ha assemblato il tutto?
Non con un ordine preciso, sposto gli oggetti all’interno dello spazio: mi piace vivere in un flusso di continuo cambiamento, dove gli equilibri si distruggono e si ricreano. Questa casa, che è anche il mio studio, è un po’ come il luogo in cui convivono parti di realtà differenti. Ogni pezzo d’arredo ha una storia e un valore molto profondo, legato alle mie esperienze, ai viaggi e alla mia visione del mondo. Nell’ingresso, per esempio, c’è un banco da macellaio di modernariato, i tappeti berberi antichi provengono
dall’atelier Soufiane Zarib di Marrakesh, le luci vintage sono scandinave: sono elementi che ho collezionato nel tempo.

Sopra il letto ha messo una tela bianca. Come mai?
Si deve sempre lasciare spazio perché qualcosa si avveri. E lì, dove sogno e riposo, è un bell’augurio. Posso immaginarci dentro qualunque cosa, è una superficie vuota che vive nell’estrema libertà di poter essere qualcosa di nuovo, senza dover essere definita in
modo specifico. Forse un giorno la dipingerò.

In casa alcune porte hanno due “facce diverse”, quando si entra e si esce. Perché?
Mettiamola così. C’è una facciata esterna, che è quella che si presenta al mondo, che tutti possono vedere, che attira l’attenzione su di sé, oppure magari si mimetizza, dipende dalla situazione. E poi ce n’è una interna, più privata, che solo alcuni possono guardare:
sono coloro a cui è permesso entrare in quella “stanza”.

Progetti per il futuro?
Quest’anno con Niva abbiamo ideato anche una collezione di
carte da parati con l’illustratrice Isabella Grott e, al Salone del
Mobile del 2022, presenteremo una linea di specchiere,
maniglie e pomelli in ceramica dal tema Pop food.

Benedetta Rossi

Post by Nicole

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